Invecchiamento e demenza: una priorità globale

18 Dicembre 2024

Oggi, in tutto il mondo, si vive più a lungo. Tale tendenza contribuisce alla crescita sia delle dimensioni che della percentuale di anziani nella popolazione. Infatti, entro il 2050, la popolazione mondiale di persone di 60 anni e più raggiungerà i 2,1 miliardi. 

Per tale motivo, la salute delle persone in età avanzata è oggi una priorità per i sistemi sanitari, dato il rapido invecchiamento della popolazione e il crescente peso delle malattie croniche.  Tra queste, la demenza rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse – con una stima di persone affette nel mondo di circa 57 milioni nel 2019 e che si prevede aumenterà a 153 milioni entro il 2050.
Quando si parla di demenza, si fa riferimento al declino progressivo delle capacità cognitive che compromette l’autonomia della persona interferendo con il normale processo di invecchiamento. La demenza include un insieme di disturbi, tra cui il morbo di Alzheimer e le demenze vascolari, e ha un impatto crescente non solo sulle persone affette e le loro famiglie, ma anche sui sistemi sanitari e sociali.   

Secondo il report del 2024 di Lancet standing Commission, quasi la metà dei casi di demenza nel mondo potrebbe essere prevenuta affrontando 14 fattori di rischio modificabili. 

I fattori di rischio modificabili  


Come menzionato sopra, emerge con chiarezza che molte forme di demenza non sono un destino inevitabile dell’invecchiamento e intervenire precocemente su alcuni aspetti del nostro stile di vita può fare una differenza significativa. 
Gli esperti hanno identificato 14 fattori di rischio, in parte correlati a fattori comportamentali che, se corretti tempestivamente, possono migliorare la qualità della vita delle persone over 65. Tra questi:  

  • Inattività fisica. L’attività fisica cambia nel corso della vita e diminuisce quando una persona si ammala, e varia tra culture, stato socioeconomico e sesso. Esplorando il legame tra attività fisica e demenza, ricercatori hanno individuato come l’incremento dell’attività fisica sia associata ad una riduzione del rischio di demenza per tutte l sue cause.  

  • Obesità. In particolare, uno studio ha rivelato come una circonferenza vita maggiore rispetto a una minore sia associata a un rischio maggiore di deterioramento cognitivo e demenza, e questo rischio era maggiore nelle persone di età superiore ai 65 anni rispetto alle altre età. 

  • Diabete. Alcuni studi hanno dimostrato come il diabete di tipo 2 sia classificato come un fattore di rischio nella mezza età associato alla demenza. L’esordio della patologia in tarda età ha comunque effetti negativi sulla salute cognitiva e rischio di demenza.  

  • Fumo. Questo fattore di rischio sembra essere indirettamente associato alla demenza: sono infatti le patologie legate al fumo, come cancro e malattie cardiovascolari, che possono incidere nello sviluppo della demenza. 

  • Eccessivo consumo di alcol. Infatti, esso è stato associato a un aumento del rischio di demenza per tutte le cause.  

  • Ipertensione. In merito a questo fattore di rischio, le evidenze sono contrastanti. Emerge che un’elevata pressione sanguigna nella media età è associata ad un alto rischio di demenza, ma con l’avanzare degli anni, la pressione sanguigna tende a diminuire.  

  • Isolamento sociale. Persone con pochi contatti sociali, tendono ad avere un rischio più elevato di sviluppare demenza rispetto a persone che hanno frequenti contatti sociali.  

  • Depressione. Infatti, la depressione può essere un sintomo della demenza in evoluzione, una reazione o una causa al deterioramento cognitivo. 

Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato come ci siano anche fattori di rischio non correlati al proprio stile di vita, che però contribuiscono direttamente o indirettamente ad aumentare il rischio di demenza. Per esempio, aver subito un trauma cranico, la perdita dell’udito, il basso livello di istruzione, l’inquinamento atmosferico, la perdita della vista non trattata ed elevati livelli di colesterolo LDL. 

Strategie integrate per invecchiare in salute  


Promuovere una longevità sana e prevenire la demenza richiede un approccio integrato che combini azioni individuali e politiche pubbliche ambiziose.
Diversi interventi a livello di popolazione potrebbero ridurre in modo sostanziale la prevalenza della demenza, attraverso l’attuazione di politiche pubbliche. 

Investire sull’educazione e la prevenzione iniziando fin dalla prima infanzia; facilitare l’accesso a cure mediche preventive, come screening per colesterolo, diabete e perdita della vista; e ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico attraverso politiche che migliorano la qualità dell’aria, sono azioni che nel lungo termine potrebbero avere benefici significativi anche sul rischio di demenza.  

Altre politiche dovrebbero riguardare la pianificazione di ambienti urbani favorevoli che supportino le persone ad adottare stili di vita sani. Per esempio, incrementare o riqualificare gli spazi verdi e le infrastrutture per l’attività fisica, specialmente nelle comunità più svantaggiate.  

Infine, prediligere una sana alimentazione e soddisfare le raccomandazioni dei livelli di attività fisica, non solo contribuisce a ridurre i fattori di rischio, ma permette di invecchiare in salute e vivere più a lungo.  

Questi interventi non solo migliorano la salute e la qualità della vita delle persone, ma potrebbero ridurre significativamente i costi sanitari a lungo termine e garantire un futuro più sostenibile per tutti. 

 

Fonti: 

Dementia prevention, intervention, and care: 2024 report of the Lancet standing Commission
WHO, Ageing and Health  

 

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