Back to news

Luca De Biase & Silvio Garattini

16 Gennaio 2025
Silvio Garattini, Fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e diversi trattati di farmacologia, impegnato in una quantità di iniziative associative e istituzionali per lo sviluppo di una sana dimensione pubblica della sanità. Silvio Garattini è un maître à penser per chiunque si interessi delle prospettive dell’innovazione sociale e tecnologica nel campo della qualità della salute delle persone.
Luca De Biase
Lei dice che medicalizziamo troppo e facciamo troppo poca prevenzione. Quale sarebbe la strategia corretta?


Silvio Garattini
Dal punto di vista dei cittadini, è chiaro che le buone abitudini di vita aiutano: non fumare, non bere, camminare, lavorare, sono abitudini che favoriscono una vita sana e limitano le probabilità di malattie. Ma dal punto di vista della sanità pubblica, vale la pena di inquadrare la risposta in un’analisi che parte un po’ più da lontano. Una lunga storia di decisioni pubbliche e private ha orientato la medicina a occuparsi prevalentemente di curare gli ammalati. Questo, naturalmente, ha generato grandi vantaggi: malattie che non si potevano curare ora si possono risolvere. Ma questo ha anche creato un grande mercato, da almeno 200 miliardi all’anno in Italia. E come ogni mercato, vuole crescere. Il che avviene in modo organico, ma anche attraverso scelte di dubbio valore. Basta fare diminuire i valori limite considerati normali di colesterolo, portando per esempio la soglia da 240 a 220, e si creano le condizioni per vendere più farmaci e cure. D’altra parte, basterebbe informare correttamente per fare diminuire invece la spesa, per esempio per la cura del diabete: questa malattia incide molto sul servizio sanitario nazionale e riguarda 4,5 milioni di persone, con complicazioni visive, cardiovascolari, renali, ma sarebbe evitabile o molto limitabile con una migliore informazione sui comportamenti corretti. Allo stesso modo il 40% dei tumori è evitabile. E invece si pensa a spendere di più, a dare più farmaci, facendo credere che molte cure e molte medicine siano utili, mentre potrebbero essere risparmiate.


Luca De Biase
Che cosa si deve fare?


Silvio Garattini
Occorre una rivoluzione culturale. Occorre riportare la prevenzione al centro della medicina. Il primo obiettivo di tutti coloro che si occupano della salute pubblica dovrebbe essere la prevenzione. Ma la prevenzione è il più grande nemico del mercato. La rivoluzione culturale deve partire dall’educazione. Non abbiamo una scuola superiore di sanità. Nelle università si parla di cura, non di prevenzione. Non ci sono neppure statistiche affidabili sul numero di persone che sono in sovrappeso, che fumano, che bevono alcool. Se non sanno quanti fumatori ci sono, le regioni non possono neppure valutare gli interventi che introducono per ridurre il numero delle persone che hanno questa abitudine. Anche la scuola fa poco per la salute. Un insegnamento di un’ora alla settimana dedicato alla salute cambierebbe la mentalità, limiterebbe l’influenza di tutte le stupidaggini che si raccontano su internet.


Luca De Biase
Lei propone insomma di educare al futuro…


Silvio Garattini
La prevenzione è un tema che si comprende pensando al futuro. Quello che fai oggi avrà conseguenze domani. Conoscere i numeri aiuterebbe a capire queste conseguenze. 


Luca De Biase

Ma non si potrebbe immaginare che anche la prevenzione possa dare luogo a un mercato?



Silvio Garattini
La prevenzione non è un mercato. Richiede molta attenzione personale. Richiede informazione indipendente. Richiede una critica profonda, per esempio, quando la politica decide di continuare a incentivare la produzione del tabacco: terreno che sottraiamo alla biodiversità, produzione di particelle negative anche per chi non fuma, mozziconi che non si biodegradano, persone ammalate. E del resto, la prevenzione non costa molto: basta camminare 5 chilometri al giorno; basta un’alimentazione varia e moderata. Mangiare poco e muoversi il giusto sono abitudini che aumentano la longevità.


Luca De Biase

Il cambiamento che suggerisce è semplice da spiegare e apprezzare, eppure non sembra facile da realizzare. Come ci si arriva?



Silvio Garattini
Ci vuole tempo, certo. Occorre innanzitutto fare più ricerca. E farla non soltanto per arrivare alla brevettazione: noi al Mario Negri pubblichiamo i nostri risultati in modo che possano essere usati liberamente. La conoscenza è essenziale per prendere le decisioni giuste. In secondo luogo, occorre gestire la progressiva crisi del sistema sanitario nazionale, che non sarà sostenibile se la spesa continua ad aumentare. In terzo luogo occorre una migliore educazione, dalle scuole alle università, come abbiamo detto. Occorrono campagne contro il fumo, ma anche contro l’alcool. E infine occorre essere in tanti a chiedere le misure giuste: quando è entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, non c’era il servizio sanitario nazionale. Poi, nel tempo si è formata l’opinione pubblica necessaria a convincere chi decide che era necessario realizzarlo. Oggi cure costosissime sono virtualmente gratuite per i cittadini. Era impensabile. Eppure ci siamo riusciti. Dipende da noi.


Other Talks