
Dormire meno di 5 ore aumenta il rischio di MCNT
13 Dicembre 2023
Lo studio, pubblicato su PLOS Medicine, ha analizzato l’influenza della durata del sonno sul benessere di oltre 7.000 persone di 50, 60 e 70 anni nell’ambito dello studio di coorte Whitehall II. I ricercatori hanno esplorato la correlazione tra la durata del sonno dei partecipanti, la mortalità e l’insorgenza di due o più malattie croniche (multimorbilità) come le malattie cardiache, il cancro o il diabete in un periodo di 25 anni.
Gli individui che hanno riferito di dormire 5 ore o meno a 50 anni hanno riscontrato il 20% in più di probabilità di contrarre una malattia cronica e il 40% in più di probabilità di contrarne 2 o più nell’arco di 25 anni, rispetto a coloro che dormono fino a 7 ore. Inoltre, dormire 5 ore o meno all’età di 50, 60 e 70 anni è associato a un rischio di multimorbilità aumentato del 30%-40% rispetto a chi dorme fino a 7 ore.
Lo studio ha anche rivelato che una durata del sonno pari o inferiore a 5 ore a 50 anni è legata a un rischio di mortalità aumentato del 25% nel corso dei 25 anni di follow-up. Questo rischio maggiore si spiega principalmente con il fatto che un sonno insufficiente aumenta la probabilità di sviluppare malattie croniche, elevando di conseguenza il rischio di morte.
L’autrice principale, la dott.ssa Severine Sabia (UCL Institute of Epidemiology & Health e Inserm, Université Paris Cité), ha sottolineato la crescente sfida della multimorbilità nei Paesi ad alto reddito e ha evidenziato l’associazione tra la breve durata del sonno e la sua prevalenza. Il Dr. Sabia ha raccomandato di promuovere una buona igiene del sonno, garantendo un ambiente tranquillo e confortevole, rimuovendo i dispositivi elettronici ed evitando pasti abbondanti prima di andare a letto. Anche l’attività fisica e l’esposizione alla luce durante il giorno sono state suggerite per favorire un sonno migliore.
Limiti dello studio
I ricercatori hanno utilizzato dati autodichiarati sul sonno, che probabilmente sono soggetti a pregiudizi, anche se l’utilizzo di dati su 4.000 partecipanti il cui sonno è stato misurato tramite un dispositivo elettronico conferma i risultati.
Inoltre, i dati sulla qualità del sonno erano disponibili solo per i soggetti di 60 e 70 anni. Inoltre, lo studio aveva un disegno osservazionale, che poneva dei limiti all’interpretazione dei risultati relativi alle associazioni causa-effetto tra la breve durata del sonno e le condizioni croniche. Per ovviare a questa limitazione, una ricerca recente ha impiegato la randomizzazione mendeliana (MR), un metodo che analizza le varianti genetiche distribuite in modo casuale per indagare i legami causali tra fattori come la durata del sonno breve ed esiti come le malattie croniche.
Un recente studio che ha utilizzato la risonanza magnetica e i dati di oltre 350.000 partecipanti del Regno Unito ha infatti identificato una relazione causale tra l’alterazione della qualità del sonno dovuta al sonno breve o al lavoro a turni e l’aumento della pressione sanguigna, rafforzando la raccomandazione di dormire almeno 7 ore ogni notte per preservare la salute.