Sport: gli italiani sono meno attivi rispetto alla media europea

26 Aprile 2023

In ogni età e fase della vita, svolgere attività fisica con regolarità significa fare una scelta a favore della propria salute. Ma quanto viene praticato in Italia e nel resto d’Europa? Per rispondere a questa domanda la redazione di Dati alla mano, un podcast realizzato dall’Istat nell’ambito delle attività di promozione della cultura statistica, ha intervistato Laura Iannucci, ricercatrice Istat esperta della materia.

Quali sono le abitudini degli adulti nella pratica dell’attività fisica in Italia e in Europa?

I dati dell’ultima Indagine Europea sulla Salute (EHIS), riferiti al 2019, collocano l’Italia al 21° posto – su 27 paesi –  nella graduatoria delle persone che praticano attività fisica nel tempo libero: solo il 26,7% pratica attività fisica di tipo aerobico (esercizio che comporta un leggero aumento della frequenza respiratoria o cardiaca) almeno 1 volta a settimana, mentre tra la popolazione europea adulta la percentuale sale al 44,3%. I dati per l’Italia sono ancora più bassi se si guarda all’attività fisica di potenziamento muscolare (esercizio finalizzato a potenziare l’apparato muscolare): la pratica solo il 14,4% di tutta la popolazione adulta rispetto al 26,3% della popolazione adulta europea.

Come dovrebbe essere la settimana-tipo rispetto all’attività fisica? E come si comportano Italiani ed Europei?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità una persona adulta dovrebbe svolgere almeno 150 minuti di attività fisica aerobica a settimana di intensità moderata o almeno 75 minuti di attività fisica di intensità vigorosa. Nel 2019 in Italia, solo 1 persona su 5 pratica attività fisica aerobica per almeno 150 minuti a settimana, a fronte di 1 su 3 nella media europea. Livelli di attività fisica aerobica simili o ancor più bassi dell’Italia si osservano anche in altri paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Croazia, Malta, Portogallo) e orientale (Lituania, Lettonia, Polonia, Bulgaria e Romania). Decisamente più attive sono le persone che vivono nel Nord Europa (Paesi Bassi, Svezia, Danimarca) dove oltre il 50% della popolazione dedica almeno 2 ore e 30 minuti a settimana all’attività fisica.

Nei dati emergono differenze di genere?

In Italia, come nella maggior parte dei Paesi europei, l’attitudine all’attività fisica è più bassa per le donne, solo 1 su 7 rispetta le raccomandazioni dell’OMS e la quota scende tra le persone con basso titolo di studio: solo 1 su 9 nell’arco della settimana fa almeno 150 minuti di attività fisica aerobica. Gli italiani sono meno attivi degli altri europei anche quando si spostano da un luogo all’altro: solo il 16% usa la bicicletta a fronte di una media europea del 23,6%. In Danimarca si arriva quasi al 50% e nei Paesi Bassi si supera il 60%. Sempre più studi osservano che le persone che vivono in ambienti più “pedonabili” e sicuri, sono più inclini al trasporto attivo e hanno livelli più elevati di attività fisica.

Ci sono classi di età in cui le differenze fra Italiani e Europei sono più marcate?

Sono soprattutto gli anziani di 75 anni e oltre che si discostano maggiormente dai coetanei europei. Nonostante la letteratura scientifica dimostri da anni che la pratica regolare di attività fisica durante la terza età permetta di vivere più a lungo e in buona salute e allevia i sintomi di molte malattie croniche, in Italia rispetta le raccomandazioni dell’OMS solo 1 over 75 rispetto a 3 in Europa e addirittura a 6 in Danimarca, Paesi Bassi e Svezia.

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