

Luca De Biase & Stefano Moriggi PARTE 1
29 Gennaio 2025
PARTE 1
L’intersezione tra digitale e mondo medico sanitario rappresenta senza dubbio una delle prospettive più interessanti – e, per molti versi, anche più urgenti – in cui collocarsi per comprendere come e quanto si dovrà ripensare, teoricamente e operativamente, il concetto di cittadinanza al fine di affrontare le sfide di un futuro ormai imminente. Garantire un accesso e agile e diffuso servizi, investire sulla prevenzione, scommettere sulle potenzialità dell’innovazione tecnologica per aprire nuovi orizzonti alla diagnosi e alla scoperta di farmaci e terapie sono solo alcune delle linee di ricerca e sviluppo entro cui potremmo e dovremmo ridefinire non solo il fenotipo del paziente del futuro, ma più in generale il ritratto di un individuo che, diventando consapevole di un inedito orizzonte di diritti e opportunità, si rende consapevole di cosa possa (e debba significare) essere cittadini in un contesto sociale sempre più digitalizzato. In questa direzione va letta la scelta della Facoltà di Medicina dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha accolto all’interno del Dipartimento CHIMOMO (Dipartimento Chirurgico Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con Interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina) il corso di laurea triennale di Digital Education – attualmente coordinato dal prof. Stefano Moriggi (docente di Cittadinanza Digitale).
Il corso propone alle studentesse e agli studenti tre indirizzi di studio: Educatore psico-sociale nei contesti digitali; Educatore digitale nei contesti socio-sanitari e Instructional Designer nei contesti digitali. Tale offerta è stata pensata e pianificata con l’obiettivo di formare professionisti che abbiano le conoscenze e le competenze necessarie per utilizzare il digitale al fine di portare una progettualità innovativa nei servizi educativi e nelle aziende medico-sanitarie. Come si diceva, una nuova idea di cittadinanza potrebbe significativamente prendere forma proprio da una nuova cultura ed educazione digitale al servizio della sanità pubblica.
Il corso propone alle studentesse e agli studenti tre indirizzi di studio: Educatore psico-sociale nei contesti digitali; Educatore digitale nei contesti socio-sanitari e Instructional Designer nei contesti digitali. Tale offerta è stata pensata e pianificata con l’obiettivo di formare professionisti che abbiano le conoscenze e le competenze necessarie per utilizzare il digitale al fine di portare una progettualità innovativa nei servizi educativi e nelle aziende medico-sanitarie. Come si diceva, una nuova idea di cittadinanza potrebbe significativamente prendere forma proprio da una nuova cultura ed educazione digitale al servizio della sanità pubblica.

Luca De Biase
Perché è necessario insegnare “Educazione digitale” a chi si occupa di sanità pubblica?
Perché è necessario insegnare “Educazione digitale” a chi si occupa di sanità pubblica?

Stefano Moriggi
Un’educazione digitale ormai dovrebbe riguardare tutti. E non solo chi si occupa di sanità pubblica. Il digitale non è – e non va concettualizzato – semplicemente come uno strumento che si può utilizzare bene o male. La pervasività del digitale ha contribuito a creare un inedito ecosistema dentro cui le categorie con cui ci si orientava e si comprendeva il mondo fino a qualche tempo fa stanno progressivamente perdendo senso descrittivo ed efficacia operativa – a partire dalla stessa definizione di cittadinanza. Per non dire quanto sia cambiato il confine tra pubblico e privato, tra professione e tempo libero, tra presenza e assenza, ma per certi versi anche tra noto e ignoto nella ricerca scientifica – scienze biomediche incluse, ovviamente. In qualche senso, potremmo spingerci a sostenere che finche sentiremo il bisogno di qualificare il termine educazione con l’attributo digitale, implicitamente continueremo a considerarlo come un “corpo estraneo” di una realtà che ormai, ci piaccia o meno, non è più distinguibile né concretamente né concettualmente dalle ricadute che la sua diffusione ha comportato e che continuerà a produrre sulle nostre vite e sul nostro modo di abitare il mondo.
Un’educazione digitale ormai dovrebbe riguardare tutti. E non solo chi si occupa di sanità pubblica. Il digitale non è – e non va concettualizzato – semplicemente come uno strumento che si può utilizzare bene o male. La pervasività del digitale ha contribuito a creare un inedito ecosistema dentro cui le categorie con cui ci si orientava e si comprendeva il mondo fino a qualche tempo fa stanno progressivamente perdendo senso descrittivo ed efficacia operativa – a partire dalla stessa definizione di cittadinanza. Per non dire quanto sia cambiato il confine tra pubblico e privato, tra professione e tempo libero, tra presenza e assenza, ma per certi versi anche tra noto e ignoto nella ricerca scientifica – scienze biomediche incluse, ovviamente. In qualche senso, potremmo spingerci a sostenere che finche sentiremo il bisogno di qualificare il termine educazione con l’attributo digitale, implicitamente continueremo a considerarlo come un “corpo estraneo” di una realtà che ormai, ci piaccia o meno, non è più distinguibile né concretamente né concettualmente dalle ricadute che la sua diffusione ha comportato e che continuerà a produrre sulle nostre vite e sul nostro modo di abitare il mondo.

Luca De Biase
Tra i diritti della cittadinanza c’è anche quello di una sanità pubblica capace di adattarsi al contesto di una società digitalizzata: ma quali sono le priorità di un programma di implementazione di questi diritti?
Tra i diritti della cittadinanza c’è anche quello di una sanità pubblica capace di adattarsi al contesto di una società digitalizzata: ma quali sono le priorità di un programma di implementazione di questi diritti?

Stefano Moriggi
Garantire una sanità pubblica adatta a una società digitalizzata è un programma che dovrebbe quanto meno alcune porsi priorità di base. Tra queste: colmare il divario digitale, fornendo un accesso equo e agevole alle tecnologie e alla connettività, affinché tutti possano beneficiare dei servizi sanitari digitali. D’altra parte, occorrerebbe un investimento culturale (oltre che economico) sulla formazione digitale dei cittadini – e, ovviamente, dei professionisti sanitari – al fine di diffondere un utilizzo consapevole ed efficace delle tecnologie. Inoltre, sarebbe anche importante dotarsi di infrastrutture sicure e interoperabili che proteggano i dati personali e consentano lo scambio rapido di informazioni tra sistemi. Su un piano più squisitamente medico, la promozione della telemedicina e il ricorso all’intelligenza artificiale per diagnosi e trattamenti più tempestivi, oltre che per implementare, velocizzandola, la ricerca di nuovi farmaci, rappresenta sicuramente un altro fronte su cui insistere. Last but not least, sviluppare normative chiare che tutelino i diritti dei cittadini, assicurando trasparenza, accessibilità, ma che al contempo proteggano la privacy dei singoli costituisce un altro ambito di ricerca e sviluppo necessario per iniziare a progettare di un sistema sanitario compatibile con le logiche e le dinamiche che sempre più caratterizzeranno una società digitalmente aumentata.
Garantire una sanità pubblica adatta a una società digitalizzata è un programma che dovrebbe quanto meno alcune porsi priorità di base. Tra queste: colmare il divario digitale, fornendo un accesso equo e agevole alle tecnologie e alla connettività, affinché tutti possano beneficiare dei servizi sanitari digitali. D’altra parte, occorrerebbe un investimento culturale (oltre che economico) sulla formazione digitale dei cittadini – e, ovviamente, dei professionisti sanitari – al fine di diffondere un utilizzo consapevole ed efficace delle tecnologie. Inoltre, sarebbe anche importante dotarsi di infrastrutture sicure e interoperabili che proteggano i dati personali e consentano lo scambio rapido di informazioni tra sistemi. Su un piano più squisitamente medico, la promozione della telemedicina e il ricorso all’intelligenza artificiale per diagnosi e trattamenti più tempestivi, oltre che per implementare, velocizzandola, la ricerca di nuovi farmaci, rappresenta sicuramente un altro fronte su cui insistere. Last but not least, sviluppare normative chiare che tutelino i diritti dei cittadini, assicurando trasparenza, accessibilità, ma che al contempo proteggano la privacy dei singoli costituisce un altro ambito di ricerca e sviluppo necessario per iniziare a progettare di un sistema sanitario compatibile con le logiche e le dinamiche che sempre più caratterizzeranno una società digitalmente aumentata.

Luca De Biase
Può farci degli esempi di come l’educazione digitale può migliorare la sanità pubblica?
Può farci degli esempi di come l’educazione digitale può migliorare la sanità pubblica?

Stefano Moriggi
L’educazione digitale potrà contribuire all’innovazione della sanità pubblica in diversi ambiti e in modi differenti. Sensibilizzare i cittadini all’uso di app sanitarie consente un monitoraggio migliore di malattie croniche e stili di vita, migliorando prevenzione e diagnosi precoce. Come già si accennava, la formazione digitale per i medici potrà contribuire alla diffusione della telemedicina, delle intelligenze artificiali come anche delle wearable technologies, ampliando così l’accesso alle cure e agevolando la personalizzazione dei trattamenti. Inoltre, algoritmi sempre più performanti basati su big data potranno analizzare sintomi e dati genetici per diagnosi predittive più rapide e accurate.
L’educazione digitale potrà contribuire all’innovazione della sanità pubblica in diversi ambiti e in modi differenti. Sensibilizzare i cittadini all’uso di app sanitarie consente un monitoraggio migliore di malattie croniche e stili di vita, migliorando prevenzione e diagnosi precoce. Come già si accennava, la formazione digitale per i medici potrà contribuire alla diffusione della telemedicina, delle intelligenze artificiali come anche delle wearable technologies, ampliando così l’accesso alle cure e agevolando la personalizzazione dei trattamenti. Inoltre, algoritmi sempre più performanti basati su big data potranno analizzare sintomi e dati genetici per diagnosi predittive più rapide e accurate.