

Luca De Biase & Enrico Giovannini
29 Maggio 2024
Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS
Il modello dello sviluppo sostenibile serve a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. L’Agenda 2030 è un piano d’azione globale per guidare i popoli del mondo ad andare in questa direzione ed è stato approvato dalle Nazioni Unite il 25 settembre del 2015. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata a sua volta il 3 febbraio del 2016 «per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile». Il terzo dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 riguarda la salute e il benessere: «Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età».
Tutti gli anni l’ASviS produce un Rapporto che valuta quanto l’Italia si è avvicinata al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. E nell’ultimo rapporto non si trovano risultati particolarmente confortanti per quanto riguarda il terzo obiettivo. L’indicatore elaborato dall’ASviS, infatti, segnala che mentre fino al 2019 si assisteva a un chiaro miglioramento – in particolare grazie all’aumento della speranza di vita di 1,4 anni tra il 2010 e il 2019 – successivamente l’andamento è meno positivo. Da quell’anno tornano ad aumentare i consumi di alcol e il fumo, insieme a un aumento della sedentarietà. «La quota di persone che dichiara di fumare aumenta di 1,51 punti percentuali dal 2019 al 2022, mentre quella delle persone sedentarie cresce di 0,8 punti percentuali». Inoltre, si assiste a una polarizzazione regionale, con l’aumento delle differenze tra la media delle cinque regioni migliori e quella delle cinque peggiori.
Il modello dello sviluppo sostenibile serve a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. L’Agenda 2030 è un piano d’azione globale per guidare i popoli del mondo ad andare in questa direzione ed è stato approvato dalle Nazioni Unite il 25 settembre del 2015. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è nata a sua volta il 3 febbraio del 2016 «per far crescere la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 e per mobilitare la società italiana, i soggetti economici e sociali e le istituzioni allo scopo di realizzare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile». Il terzo dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 riguarda la salute e il benessere: «Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età».
Tutti gli anni l’ASviS produce un Rapporto che valuta quanto l’Italia si è avvicinata al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. E nell’ultimo rapporto non si trovano risultati particolarmente confortanti per quanto riguarda il terzo obiettivo. L’indicatore elaborato dall’ASviS, infatti, segnala che mentre fino al 2019 si assisteva a un chiaro miglioramento – in particolare grazie all’aumento della speranza di vita di 1,4 anni tra il 2010 e il 2019 – successivamente l’andamento è meno positivo. Da quell’anno tornano ad aumentare i consumi di alcol e il fumo, insieme a un aumento della sedentarietà. «La quota di persone che dichiara di fumare aumenta di 1,51 punti percentuali dal 2019 al 2022, mentre quella delle persone sedentarie cresce di 0,8 punti percentuali». Inoltre, si assiste a una polarizzazione regionale, con l’aumento delle differenze tra la media delle cinque regioni migliori e quella delle cinque peggiori.

Luca De Biase
Che rapporto c’è tra la sostenibilità, la salute e il benessere?
Che rapporto c’è tra la sostenibilità, la salute e il benessere?

Enrico Giovannini
Tutta l’impostazione dell’Agenda 2030 propone un approccio integrato tra le dimensioni che servono all’umanità per definire un nuovo modello di sviluppo che punti alla sostenibilità da tutti i punti di vista. L’obiettivo della salute è ovviamente collegato agli obiettivi di combattere la povertà e la fame, per esempio, così come è collegato all’educazione. Il punto centrale, però, è che la salute delle persone e la salute dell’ambiente sono fondamentalmente connesse, anzi sono due facce della stessa medaglia, concetto che viene indicato con la locuzione “One Health”.
Tutta l’impostazione dell’Agenda 2030 propone un approccio integrato tra le dimensioni che servono all’umanità per definire un nuovo modello di sviluppo che punti alla sostenibilità da tutti i punti di vista. L’obiettivo della salute è ovviamente collegato agli obiettivi di combattere la povertà e la fame, per esempio, così come è collegato all’educazione. Il punto centrale, però, è che la salute delle persone e la salute dell’ambiente sono fondamentalmente connesse, anzi sono due facce della stessa medaglia, concetto che viene indicato con la locuzione “One Health”.

Luca De Biase
Ma tutto questo impone anche l’adozione di un modello di sviluppo altrettanto integrato. E un’idea di salute che a sua volta integri gli stili di vita, le strategie di cura, la prevenzione…
Ma tutto questo impone anche l’adozione di un modello di sviluppo altrettanto integrato. E un’idea di salute che a sua volta integri gli stili di vita, le strategie di cura, la prevenzione…

Enrico Giovannini
Certamente, e per realizzare questa innovazione si devono prendere iniziative anche coraggiose. Per esempio, per migliorare gli stili di vita e contemporaneamente abbattere i costi sanitari, sta emergendo l’idea di riconoscere che l’alimentazione sbagliata vada scoraggiata anche stabilendo che le persone obese abbiano una qualche penalizzazione quando si tratta di stilare le liste di priorità per l’accesso alle strutture sanitarie. Si tratta di una misura molto controversa. Ma solo il fatto che se ne parli è significativo.
Certamente, e per realizzare questa innovazione si devono prendere iniziative anche coraggiose. Per esempio, per migliorare gli stili di vita e contemporaneamente abbattere i costi sanitari, sta emergendo l’idea di riconoscere che l’alimentazione sbagliata vada scoraggiata anche stabilendo che le persone obese abbiano una qualche penalizzazione quando si tratta di stilare le liste di priorità per l’accesso alle strutture sanitarie. Si tratta di una misura molto controversa. Ma solo il fatto che se ne parli è significativo.

Luca De Biase
Potrebbe avere un effetto educativo, certo. Ma non richiede una disponibilità delle strutture pubbliche a prendersi responsabilità molto pesanti?
Potrebbe avere un effetto educativo, certo. Ma non richiede una disponibilità delle strutture pubbliche a prendersi responsabilità molto pesanti?

Enrico Giovannini
C’è il rischio di creare a uno “stato etico”. In Cina non è un problema, come sappiamo: il social scoring è ormai integralmente parte del sistema con il quale i valori propugnati dallo Stato diventano di fatto obblighi per i cittadini. Nelle civiltà occidentali, la libertà di scegliere il proprio cibo o di decidere il proprio stile di vita sono considerati valori indiscutibili, salvo poi lamentare i costi enormi delle cure ospedaliere. In ogni caso, bisogna ammettere che un approccio integrato significa anche porre questo genere di problemi, fermo restando che per molte persone un’alimentazione scorretta non è frutto di una scelta, ma deriva da scarse disponibilità economiche.
C’è il rischio di creare a uno “stato etico”. In Cina non è un problema, come sappiamo: il social scoring è ormai integralmente parte del sistema con il quale i valori propugnati dallo Stato diventano di fatto obblighi per i cittadini. Nelle civiltà occidentali, la libertà di scegliere il proprio cibo o di decidere il proprio stile di vita sono considerati valori indiscutibili, salvo poi lamentare i costi enormi delle cure ospedaliere. In ogni caso, bisogna ammettere che un approccio integrato significa anche porre questo genere di problemi, fermo restando che per molte persone un’alimentazione scorretta non è frutto di una scelta, ma deriva da scarse disponibilità economiche.

Luca De Biase
Beh, in un certo senso, il tema è stato posto anche nel momento in cui si è introdotto l’obbligo del vaccino.
Beh, in un certo senso, il tema è stato posto anche nel momento in cui si è introdotto l’obbligo del vaccino.

Enrico Giovannini
Appunto, quel caso dimostra che certe scelte pubbliche si possono prendere in nome dell’interesse collettivo. Magari vanno operate non sulla base di una motivazione etica, ma su una vera analisi scientifica.
Appunto, quel caso dimostra che certe scelte pubbliche si possono prendere in nome dell’interesse collettivo. Magari vanno operate non sulla base di una motivazione etica, ma su una vera analisi scientifica.

Luca De Biase
Un’analisi scientifica che qualcuno finirà sempre per contestare ma che alla fine è la strada migliore per costruire modelli di azione pubblica che integrino diversi interessi e obiettivi.
Un’analisi scientifica che qualcuno finirà sempre per contestare ma che alla fine è la strada migliore per costruire modelli di azione pubblica che integrino diversi interessi e obiettivi.

Enrico Giovannini
Ed è una strada che può fare scoprire realtà che alla fine fanno bene a tutti. Si tratta di occuparsi davvero dei dati, con mente aperta e attenzione ai fatti anche apparentemente minori.
Ed è una strada che può fare scoprire realtà che alla fine fanno bene a tutti. Si tratta di occuparsi davvero dei dati, con mente aperta e attenzione ai fatti anche apparentemente minori.

Luca De Biase
Per esempio?
Per esempio?

Enrico Giovannini
Un caso interessante è stato frutto di un’iniziativa della Fondazione Clinton. In quel caso l’obiettivo era ridurre la distribuzione di bevande gassate ai bambini a scuola. Naturalmente i produttori si opponevano. Ma la Fondazione è riuscita a dimostrare che se i bambini bevono troppe bevande gassate aumentano le probabilità che sviluppino il diabete. E ha collegato questo a un punto di vista nuovo sugli interessi degli stessi produttori. Le persone con diabete ovviamente cessano di bere bevande gassate per tutta la vita. E dunque i conti sono presto fatti. Se un produttore vende bevande gassate ai bambini rischia di perdere la possibilità di venderle alle stesse persone per un tempo molto più lungo, quando sono diventate adulte. Quindi se un produttore evita di vendere bevande gassate ai bambini aumenta le sue vendite totali e quindi la sua redditività di lungo periodo.
Un caso interessante è stato frutto di un’iniziativa della Fondazione Clinton. In quel caso l’obiettivo era ridurre la distribuzione di bevande gassate ai bambini a scuola. Naturalmente i produttori si opponevano. Ma la Fondazione è riuscita a dimostrare che se i bambini bevono troppe bevande gassate aumentano le probabilità che sviluppino il diabete. E ha collegato questo a un punto di vista nuovo sugli interessi degli stessi produttori. Le persone con diabete ovviamente cessano di bere bevande gassate per tutta la vita. E dunque i conti sono presto fatti. Se un produttore vende bevande gassate ai bambini rischia di perdere la possibilità di venderle alle stesse persone per un tempo molto più lungo, quando sono diventate adulte. Quindi se un produttore evita di vendere bevande gassate ai bambini aumenta le sue vendite totali e quindi la sua redditività di lungo periodo.

Luca De Biase
Tutto questo si può pensare soltanto ragionando in modo scientifico anche nelle scelte minime della vita in comune, ma occorre seguire una traiettoria di ragionamento più aperta di quella che pensa alla salute soltanto come una conquista della cura, invece che una conseguenza della prevenzione…
Tutto questo si può pensare soltanto ragionando in modo scientifico anche nelle scelte minime della vita in comune, ma occorre seguire una traiettoria di ragionamento più aperta di quella che pensa alla salute soltanto come una conquista della cura, invece che una conseguenza della prevenzione…

Enrico Giovannini
Il modello interpretativo essenziale deve in effetti cambiare. Un tempo ci si aspettava che il grafico della salute e del benessere delle persone fosse caratterizzato inevitabilmente da una linea calante al crescere dell’età. Oggi si preferisce puntare a una figura a forma di rettangolo, nella quale la salute resta a un ottimo livello fino alla fine, per poi cadere rapidamente. Ma per raggiungere questo obiettivo bisogna pensare che la cura e la prevenzione sono indispensabili lungo tutto l’arco della vita. È per questo che le strutture pubbliche che si occupano della salute devono suggerire ai cittadini di scegliere una sana alimentazione e di condurre una vita sportiva: questi suggerimenti sono parte integrante della stessa politica sanitaria. E del resto, un’autorità pubblica che offra i suoi servizi in questo modo, deve a sua volta integrarli in una politica che combatta la povertà e la fame, assicuri cibo di qualità per tutti e a tutte le età, e si impegni per migliorare l’educazione a tutti i livelli.
Il modello interpretativo essenziale deve in effetti cambiare. Un tempo ci si aspettava che il grafico della salute e del benessere delle persone fosse caratterizzato inevitabilmente da una linea calante al crescere dell’età. Oggi si preferisce puntare a una figura a forma di rettangolo, nella quale la salute resta a un ottimo livello fino alla fine, per poi cadere rapidamente. Ma per raggiungere questo obiettivo bisogna pensare che la cura e la prevenzione sono indispensabili lungo tutto l’arco della vita. È per questo che le strutture pubbliche che si occupano della salute devono suggerire ai cittadini di scegliere una sana alimentazione e di condurre una vita sportiva: questi suggerimenti sono parte integrante della stessa politica sanitaria. E del resto, un’autorità pubblica che offra i suoi servizi in questo modo, deve a sua volta integrarli in una politica che combatta la povertà e la fame, assicuri cibo di qualità per tutti e a tutte le età, e si impegni per migliorare l’educazione a tutti i livelli.